Nel 1964 esce in Francia L’aigle aztéque est tombé (L’erede di Montezuma nella versione italiana) lo straordinario romanzo di Carlo Coccioli incentrato sul tema che, esattamente vent’anni dopo, Tzvetan Todorov affronterà nel suo celebre saggio La conquista dell’America. Il Problema dell’Altro.
Per entrambi l’Altro assoluto, l’Altro per eccellenza, è quello che si rivela agli spagnoli e all’Occidente tutto con la scoperta-conquista dell’America e in particolare del Messico : uno sconosciuto Mondo Nuovo, terra di grandiose e misteriose civiltà oltre le Colonne d’Ercole di cui mai nessuno aveva sospettato l’esistenza. Ma Coccioli ha osato qualcosa di non mai tentato prima : mettersi – con tutti i più sensibili strumenti letterari, storici e psicologici – direttamente nella pelle dell’Altro. Non limitandosi a cercare di conoscerlo, capirlo , rispettarlo o amarlo, ma proprio sforzandosi di calarsi completamente nella sua mentalità e realtà . Rovesciando la prospettiva usuale, nel suo romanzo Coccioli ha assunto in toto il punto di vista dell’Indio conquistato nella persona dell’ultimo imperatore azteco che narra in prima persona la fine del suo universo, riuscendo a trasmetterci tutto lo stupore, lo sgomento, i dubbi e le paure di un popolo di fronte ai potenti esseri alieni venuti dal mare. E l’immersione nella lenta, fluviale narrazione del protagonista, soggettiva e creativa, ma solidamente fondata sui documenti dell’una e dell’altra parte, corrodendo la corazza dei pregiudizi sedimentati, ci consente di vedere per la prima volta con occhi ingenui e limpidi l’umanità dell’Altro.
Ho letto questo libro nell’estate del 2014:è ora di riprenderlo in mano. Nell’edizione italiana del 1964,contemporanea quindi a quella originale in lingua francese,l’autore stesso scrive una nota concentrandosi quasi unicamente sul valore del libro come romanzo storico rigorosamente fondato su documenti storici. Dichiara di aver ricavato l’80 per cento del materiale dai testi indiani e spagnoli del XVI secolo(quasi una traduzione).
E’ molto di pù. Questa recensione fa luce sulle peculiari qualità dello scrittore che lo rendono veramente un grande. Diciamo ,insieme ad altri, Carlo Coccioli è il più grande scrittore della seconda metà del Novecento.